IL GIARDINO CONTEMPORANEO
VISITA AD ARTE SELLA
La
Val di Sella, una laterale della Val Sugana, dissimula fra
i monti del Trentino un significativo esempio di parco contemporaneo,
noto come ArteSella.
Si tratta ufficialmente di una "manifestazione internazionale
di arte contemporanea" con caratteri di originalità
affatto peculiari (1):
dalla seconda metà degli anni Ottanta, quando la manifestazione
ebbe inizio, vari artisti (2)
hanno creato e collocato stabilmente le loro opere in un contesto
paesaggistico altamente suggestivo, realizzando un avvincente
dialogo tra arte e natura. Le opere, essenzialmente ascrivibili
al filone della Land Art (3),
si dispongono lungo un percorso, definito Artenatura, che
fa riferimento a una strada forestale e ad alcune aree pertinenti
a una malga (la Malga Costa, ristrutturata e adibita a centro
espositivo temporaneo e punto informazioni di ArteSella),
scandendo lo spazio in modo stimolante e spesso sorprendente.
Bisogna premettere che il sito della Val di Sella (a una
quota media di poco inferiore ai 1000 metri sul livello del
mare) ha un suo valore intrinseco. Si tratta di una luminosa
vallata alpina, appartata e ben definita, praticamente intatta,
nel senso che è poco contaminata da attività
antropiche, le quali sono comunque in armonia con gli aspetti
naturalistici del luogo. Abbiamo insomma un paesaggio naturale
in cui l'elemento umano si è inserito rispettandone
gli equilibri. Il bosco per esempio è spontaneo, ma
viene assiduamente curato dall'uomo: mantenuto sano, pulito
e accessibile. Nell'ampio e relativamente pianeggiante fondo
valle gli alberi si spartiscono gradevolmente lo spazio coi
pascoli da fienagione, altrettanto ben tenuti e ricchi di
fioriture spontanee. I pochi edifici presenti rispettano le
tipologie locali e sono ben collocati. Ne risulta un paesaggio
armonioso, variegato, e dotato di belle vedute panoramiche
affatto naturali.
L'idea di sviluppare in questo contesto, soprattutto all'interno
delle sue pertinenze forestali, un luogo espositivo assai
vasto e articolato, rappresenta il passo decisivo che lo classifica
come una sorta di parco scenografico naturalistico. Il valore
intrinsecamente naturalistico del luogo è evidente,
e caratterizzato dalla presenza di alberi monumentali, da
biotopi acquatici, da radure e prati, dalla notevole ricchezza
botanica e da vedute panoramiche sulle circostanti cime rocciose,
sulle quali sono presenti anche alcune ridotte formazioni
glaciali. Tutti questi aspetti trovano speciale evidenza lungo
un parco-percorso caratterizzato dalla progettualità
degli artisti che vi operano. Sono questi autori
che definiscono i luoghi del parco, e li
fanno "apparire" per mezzo delle loro creazioni.
Una prima caratteristica fondamentale delle opere infatti
è che sono create nel luogo stesso in cui vanno
a collocarsi.
Un secondo aspetto è che l'opera viene realizzata
essenzialmente con i materiali ricavati dal contesto:
legno, foglie e pietre per la maggior parte.
Una terza caratteristica è che l'opera una
volta compiuta viene abbandonata al suo destino naturale,
ovvero entra a tutti gli effetti nel ciclo di vita del paesaggio
e si modifica con esso, fino alla sua dissoluzione completa;
si suppone senza lasciare tracce, considerato che è
composta dalla stessa materia che costituisce il contesto.
L'arte è il contributo umano alla definizione del
paesaggio, è l'impronta di una avvenuta presa di coscienza
dell'uomo. Il paesaggio che ne scaturisce rappresenta
il rapporto dialettico tra intelletto e natura.
Le opere, visibili nel parco a vari stadi di integrazione-dissoluzione
in base agli anni in cui sono nate, non sono mai meramente
ornamentali. Anzi, declinano diverse idee: spesso sono ludiche,
quasi sempre sono ricche di ironia, o sono percorse da istanze
metafisiche, o aspirano alla testimonianza "archeologica".
Sono palesemente arte piuttosto che decorazione.
Ovvero non assumono una funzione cosmetica nei confronti del
luogo: lo creano, lo fanno essere. Sono fatte di materiali
"poveri", affatto mimetici, e proprio perciò
possono dare forma all'idea artistica con inaudita purezza.
Assai più di tanta arte accademica che si limita a
"imbellettare" le piazze delle città o le
pareti dei musei, ma che a ben vedere potrebbe essere spostata
in qualunque altro posto e sostituita senza che nulla cambi
sostanzialmente; nè per l'opera, nè per lo spazio
in cui è stata posta. Ad ArteSella invece il
contesto e l'opera si appartengono reciprocamente.
Uno dei principi guida stabiliti dai fautori di Arte Sella
è quello dell'ecologia intesa in modo evoluto, cioè,
non banalmente come fattore di protezione della natura, bensì
come strumento di interpretazione della natura
stessa. La natura "interpretata nella sua essenza"
diventa così "una fonte di sapere e di esperienza"
(4), qualcosa di vivo piuttosto che
un'entità intoccabile, da museificare. La natura allora
non è solo scenografia, ma ambiente
a tutti gli effetti, luogo di interazione vitale in quanto
in perenne trasformazione. Non mutazione, ma trasformazione
sempre in accordo col genius loci, con l'identità
del luogo. Ciò che si produce da un rapporto
di reciproca accoglienza tra uomo e natura, tra colui che
abita e la sua dimora. (5)
Quelle di ArteSella non sono opere che incorrono nel paradosso
dell'eterno. Sono testimonianze transeunti di un'idea che
ha preso forma in un dato luogo e in un dato momento storico,
e solo in quello. Testimoniano il passaggio dell'artista in
quel contesto e ciò che è nato da quell'incontro.
Insomma esprimono esattamente la loro ragione d'essere coniugando
nella loro sembianza origine, forma e luogo.
E quando l'autore si allontanerà, anche l'opera lentamente
comincerà a dissolversi, come aura di evento unico
legato a un caso forse irripetibile. Si tratta dunque di arte
verità, che esprime la sua ineluttabile autenticità
nel farsi paesaggio.
L'artista si pone nel contesto naturale scegliendo
alcuni elementi che vi appartengono e imprimendo un'azione
(per esempio intrecciare e accumulare). (6)
A tal riguardo bisogna dire che Arte Sella presenta una particolarità
affatto straordinaria, data dalla inedita collaborazione tra
l'artista-visitatore e il montanaro-abitante. Spesso, per
forza di cose, l'artista deve essere supportato dal residente
per la ricerca (nel bosco) dei materiali che intende usare
per creare la sua opera. Addirittura in alcuni casi l'artista
riceve istruzioni su come "lavorare" con quei materiali
affatto naturali, con i quali i montanari del luogo hanno
una lunga familiarità (come accatastare la legna, come
legare una fascina e così via).
ArteSella può essere definito giardino proprio per
la progettualità che lo caratterizza. In quel luogo
si è verificata una collaborazione tra uomo e natura.
L'uomo non ha operato modificando o stravolgendo la natura,
ma evidenziando in essa la propria presa di coscienza, sottolineando
certi legami interessanti tra natura e intelletto attraverso
l'epifania dell'arte.
L'opera d'arte è il fattore sorprendente, quello che
attira il visitatore ad esplorare il luogo e che lo blocca
di tanto in tanto, liberandolo dalla noia del quotidiano,
costringendolo a uscire dal convenzionale, ad osservare, a
pensare. (7) La foresta
torna a essere "terra inesplorata", luogo dell'insolito,
recinto che accoglie la diversità ed in fin dei conti
luogo di delizia; esattamente come lo è il giardino
nelle sue forme storiche evolute. E l'opera d'arte con la
sua presenza, e senza fissare barriere, stabilisce anche virtualmente
i confini di questo giardino naturale, come oasi nell'estensione
indefinita della "natura selvaggia", come paesaggio
appunto.
NOTE:
1) Iniziative
relativamente simili sono quelle di Civitella d'Agliano in
Italia, Le Centre d'Art de Crestet in Francia e Tickon in
Danimarca.
2) Gli artisti,
delle più diverse nazionalità, che hanno "esposto"
in Artesella sono oltre 120 (fino all'edizione 2005).
3) Si definisce
Land Art una corrente artistica, essenzialmente attinente
alla scultura, nata intorno alla metà degli anni Sessanta.
Essa è dovuta ad alcuni artisti concettuali che, in
risposta alla crisi del Modernismo, volevano sperimentare
la vitalità dell'arte liberandola dal contesto asettico,
separato, in cui di norma veniva pensata l'opera. Si rifiutava
l'idea di un'arte "nata morta", destinata ad essere
"seppellita" in museo, già imbalsamata e
intesa a durare nel tempo. Si tratta per la verità
di un movimento piuttosto articolato e tuttora assai vitale,
che si è evoluto negli ultimi decenni (soprattutto
in America) ed ha assunto varie tendenze e anche diverse denominazioni.
Ma in generale ha mantenuto il carattere fondamentale di porre
l'opera in relazione immediata con il territorio. L'opera
d'arte concorre, anzi, a definire il paesaggio. L'idea fondamentale
è quella di considerare il rapporto tra uomo e ambiente,
significare le espressioni dell'intelletto nel suo dialogo
con la natura ed osservare come tali fattori interagiscono
in funzione del tempo, giacchè l'opera, una volta immessa
nell'ambiente, ne viene a far parte e sottostà alle
medesime leggi.
4)
cfr. "Arte Sella" di Laura Tomaselli,
saggio introduttivo del catalogo AA.VV., ARTE SELLA 2005,
Nicolodi Editore
5) "Ad
Arte Sella quello che si apprezza soprattutto sono le invenzioni
sottili, le strategie che non sono nè totalmente fusionali
nè tanto meno dominatrici. In quel luogo l'ecologia
è prima di tutto ricerca di riconciliazione con il
nostro mondo, tentativo di ricreare un'arte del vivere. E
chiunque sia passato di lì ne parla con emozione."
(cfr. "Viaggio in Arte Sella" di Henry Cueco, dal
catalogo AA.VV., ARTE SELLA 2005, Nicolodi Editore)
6) "L'intreccio
è forza, movimento (...) basti pensare a quanto sia
importante in quanto tecnica di coltivazione delle piante
nella cultura contadina. L'altra figura è quella dell'accumulo,
del mettere da parte, delle cataste di legna, le fascine,
i tronchetti sono forme (...) che implicano (...) un pensiero
rivolto al futuro, al ciclo delle stagioni, alla sopravvivenza.
Allora si comprende che l'arte cercando una collocazione nell'universo
dei segni contemporanei, trovi asilo e forza proprio nella
sua origine, in quella Natura non ancora linguisticamente
codificata da cui ha preso origine." (cfr. "Elogio
della non-differenza" di Valerio Dehò, dal catalogo
AA.VV., ARTE SELLA 2005, Nicolodi Editore)
7) Non discostandosi
dalla Natura, rifuggendo il museo, non facendosi irretire
da un'illusione di separatezza nobilitante (com'è nei
presupposti della Land Art), l'opera d'arte può ancora
sorprendere: "Un sentiero di sculture, come quello di
ArteSella, modifica la percezione. Improvvisamente cominciamo
a vedere qualcosa dappertutto e ci poniamo costantemente domande
come: E' arte oppure è solo natura? E' natura oppure
è fatto così dall'uomo? Anche quello appartiene
al sentiero delle sculture? E' arte oppure ha una funzione?
Non importa: la cosa che più conta è che l'attenzione
viene potenziata, la percezione ampliata e la passeggiata
diviene un'esperienza che stimola e coinvolge i nostri sensi."
(cfr. "Rudere" di Urs Twellmann, dal catalogo AA.VV.,
ARTE SELLA 2005, Nicolodi Editore)
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