IL GIARDINO CLASSICO CINESE
1. INTRODUZIONE
Il
Giardino classico Cinese, in Occidente, è forse quello
più sconosciuto tra i grandi modelli di riferimento
nell'evoluzione storica del giardino. Paradossalmente ciò
è in parte dovuto anche al successo del Giardino Giapponese,
che pure deriva da quello Cinese, rispetto al quale agisce
con un programma di semplificazione, soprattutto essenzializzandone
le caratteristiche formali, ma assumendone pienamente diversi
fondamenti filosofici.
Ci si propone qui di compiere una analisi del Giardino classico
Cinese, cominciando con questo articolo introduttivo a considerarne
alcuni aspetti fenomenologici (relativi alla sua immagine
esteriore).
Poiché in una realtà cosi' complessa come quella
cinese, anche riguardo alla storia del giardino, si sono evidenziate
alcune linee principali di sviluppo (per non dire delle diverse
tipologie), vale la pena precisare che in questa prima fase
si farà riferimento essenzialmente ai giardini privati
del Sud, o più precisamente a quelli delle importanti
città della regione dell'estuario dello Yangtze (in
particolare Souzhou e Hangzhou).
Non è una scelta casuale, ché si tratta forse
del modello più limpido e completo di cosa si intende
per Giardino classico Cinese. Un'idea di giardino estremamente
pura, assai prossima allo stato dell'arte, e sintesi di una
intera cultura, piuttosto che pretesto celebrativo come in
altri casi, per esempio quello dei giardini del Nord, afferenti
alle residenze imperiali o nobiliari, ai cui intenti rappresentativi
dovevano sottomettersi.
Souzhou è una città tutt'oggi piuttosto interessante,
situata nei pressi di un grande lago, a breve distanza da
Shanghai, anzi sulla direttrice che unisce quella metropoli
a un'altra importante città come Nanchino. E' una specie
di "Venezia orientale", ricca di canali. E infatti
si trova proprio lungo il tragitto del cosiddetto Gran Canale,
che fu per tanti secoli la più significativa via di
comunicazione cinese, destinata a unire Pechino con un'altra
più antica capitale: Hangzhou. Altra celeberrima città
verde con uno straordinario cuore d'acqua, il Lago Occidentale,
ovvero uno dei capisaldi del paesaggismo cinese, ispiratore
di poeti, pittori e giardinieri.
Bisogna
premettere che per molti secoli in Cina le classi amministrative
hanno sempre coinciso con l'intellighenzia culturale, con
gli intellettuali. Questo perché solo superando certi
duri e prolungati esami si poteva accedere all'amministrazione
imperiale, fino al massimo grado del mandarinato.
Comunque proprio a Souzhou usavano ritirarsi molti mandarini,
quando andavano in pensione. E queste persone di raffinata
cultura e discreti mezzi economici trovavano proprio nella
realizzazione di un loro eden privato quella pace e quell'agio
sempre bramati; tutti aspiravano a ritirarsi in un'oasi personale,
un frammento di paradiso capace di ispirare loro la bellezza
e l'appagamento spirituale di cui avevano bisogno e che spesso
esprimevano nella loro stessa produzione figurativa e letteraria.
Ancora oggi la città di Souzhou è ricca di
giardini, realizzati per lo più negli ultimi tre o
quattro secoli (durante le dinastie Ming e Qing).
Il Giardino classico Cinese è di solito uno spazio
separato, chiuso; un ambito privato, quasi segreto, celato
dietro mura ed edifici.
Non è necessariamente vasto, ma è certamente
un "meccanismo" di straordinaria complessità,
che nasconde le proprie reali dimensioni come un labirinto,
ma senza l'angoscia che il labirinto eventualmente accende.
In realtà il visitatore viene catturato e affascinato
da una moltiplicazione di punti di vista. Viene stimolato
a muoversi per scoprire una multiformità che pare inesauribile,
eppure mai banalmente epidermica, anzi, affatto contraria
a quella superficialità cui ci ha purtroppo abituati
oggi l'esperienza massmediatica. L'emozione dei sensi in un
giardino cinese sprofonda sempre nell'ispirazione intellettuale,
nel piacere dello spirito; e cosi' ogni visione, ogni "quadro"
dispone anche di un luogo comodo (spesso un padiglione) in
cui sostare per appagarsi della sua esperienza.
Infatti
il Giardino classico Cinese, fosse anche minuscolo, non è
qualcosa di statico, non si può mai comprendere tutto
nello sguardo. Pretende che ci si muova dentro. Rappresenta
un mondo intero, che comprende fiumi laghi e montagne, anche
in pochi metri quadrati...
E' un giardino nel senso letterale del termine, ancorché
ricchissimo di segni umani, di oggetti architettonici spesso
meravigliosamente integrati con la vegetazione. Sono essenzialmente
architetture che strutturano percorsi e luoghi di sosta, oppure
che esprimono punti di riferimento nel paesaggio; sempre infatti
gli eleganti padiglioni che ci invitano a sostare, osservati
da un altro punto di vista, paiono talvolta irraggiungibili
ma capaci di significare, dare senso a un intero paesaggio
(come quelle pagode che puntualizzano i monti e le rive dei
fiumi d'Oriente).
L'idea strutturante è quella di ricreare un paesaggio
naturale, anzi, una intera enciclopedia di paesaggi. E benché
la natura sia l'elemento fondante, forse nessun tipo di giardino
è meno naturale di quello cinese. Nel senso che non
vi è nulla di casuale, tutto è pensato e tutto
è necessario; non solo ogni singolo oggetto architettonico,
ma anche ogni roccia e ogni specifico elemento vegetale. Ogni
albero ed ogni arbusto, anzi, spesso proprio quel preciso
albero ed arbusto, con quella sua espressiva forma trova senso
nel luogo e nel modo in cui viene collocato (non bisogna dimenticare
che l'arte del bonsai è una invenzione tutta cinese
e la maggior parte dei giardini dispone di un'area importante
nella quale viene raccolta ed esposta la sua collezione di
splendidi bonsai).
Tutta la vasta regione lungo lo Yangtze, soprattutto presso
l'estuario, presenta una ricchezza inverosimile di acqua.
E infatti uno dei caratteri più tipici e distintivi
dei giardini del Sud è l'acqua. La sua presenza è
essenziale sia da un punto di vista formale che strutturale,
e anche filosofico.
L'acqua,
al pari delle strutture edificate, all'interno del giardino
non è solo scenografa, è soprattutto regista.
Essa produce una narrazione esperienziale: crea ostacoli fisici
al transito, obbligando i percorsi e producendo occasioni
assai varie, guidando il visitatore e moltiplicando coi suoi
riflessi la qualità della visione. Ma è riduttivo
parlare di visione, ché tutti i sensi sono chiamati
a interagire, in particolare l'udito.
L'acqua, anche nell'aspetto della pioggia, diventa un elemento
irrinunciabile nel Giardino classico Cinese. In esso vi sono
luoghi e situazioni in cui i suoni della natura vengono esaltati:
le gocce di pioggia che rimbalzano sulle foglie del banano,
i fruscii del vento tra le canne di bambù, sono temi
classici che trovano ambientazioni suggestive, magari in piccoli
cortili adatti ad amplificarne l'effetto.
In modo analogo si agisce con i profumi. Mentre anche le
fasi della luna vengono scenograficamente accolte nella molteplice
percezione del giardino, che si fa esperienza totalizzante
e sempre mutevole. Comunque rappacificante.
Altro tema fondamentale è quello delle rocce. Nei
giardini cinesi, cosi' pregni di segni umani, la scultura
pare avere un ruolo piuttosto marginale. Ricorre di solito
in poche figure ritualizzate, con funzioni scaramantico -
protettive, come quella sorta di cane - leone che presidia
gli ingressi. Più spesso però trova applicazione
in elementi decorativi di piccola scala, quali bassorilievi
e griglie traforate, oppure nei coronamenti dei muri e nelle
costolature dei tetti dei padiglioni, che rappresentano spesso
animali simbolici, sempre con funzioni beneauguranti (come
la gru, la tartaruga e il drago).
Ma c'è qualcosa che assume le funzioni della scultura
ed, anzi, la trascende con ossessiva puntigliosità:
sono le rocce. Non rocce qualsiasi, ma sculture naturali capaci
di trasmettere potenti suggestioni figurative. In effetti
ancora una volta si tratta di interventi umani, ma di quelli
dove l'uomo non si impone sulla natura, ma cerca di sottolinearne
le qualità, di leggerne una sorta di intima divina
intelligenza, secondo una visione che sintetizza i principi
apparentemente inconciliabili del confucianesimo e del taoismo.
Una importante considerazione finale per chiudere questo
primo articolo: la casa tradizionale cinese - che, anche quando
appartiene a un uomo potente, non si struttura mai in funzione
dell'ostentazione, ma piuttosto si rivolge all'interiorità,
all'interno di se stessa, chiudendosi dietro mura cieche verso
la strada pubblica - spesso diventa un organismo unico col
giardino. Si frammenta e si insinua nel giardino, e si lascia
invadere dai richiami della natura, distribuendosi in tanti
poetici padiglioni e cortili tematici, adatti ad accasare
l'uomo nell'ordine misterioso ma intelligibile dell'universo.
Un universo idealmente tutto rinchiuso e rappresentato nel
microcosmo del giardino, luogo sublime dove gli opposti non
sono negati, ma riconciliati.
g.z.
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