Le
origini del Giardino Cinese si collocano in un tempo
remoto, certamente precedente all’inizio della
nostra era cristiana. I primi documenti che possono
avere qualche relazione con esso risalgono alla dinastia
Shang (circa tra XVII e XI secolo a.C.).
La caccia
era in quelle epoche una attività connessa con
l’esercizio del potere. Il re e la sua corte disponevano
di vaste riserve, nelle quali servivano con ogni probabilità
delle strutture di supporto, sia per ospitare i numerosi
cacciatori, sia per stabilire dei punti di osservazione.
A questi si dovevano in seguito aggiungere strutture
adatte alle celebrazioni rituali collegate alla caccia
stessa, la quale doveva avere anche certe valenze simboliche,
oltre a quelle puramente ludiche.
Col tempo tali strutture tendevano a sottolineare e
accentuare determinati aspetti qualitativi del contesto
naturale in cui si collocavano, già selezionato
anche in funzione del suo intrinseco “valore paesaggistico”,
cioè per delle qualità che lo rendevano
diverso e privilegiato e che eventualmente andavano
oltre la mera abbondanza di selvaggina.
Tutto ciò doveva assurgere a un’importanza
ben maggiore con l’avvento delle dinastie
imperiali (dal 221 a.C. in poi), quando la figura
dell’imperatore venne a rappresentare il referente
assoluto del potere. Allora le riserve venatorie diventavano
spesso il luogo appartato, distinto, in cui si collocava
il “Figlio del Cielo”, del quale dovevano
preservare ed esprimere la diversità. Così
entro i loro vasti confini cominciarono a stabilirsi
edifici e infrastrutture monumentali: palazzi, templi
e strade cerimoniali.
Contemporaneamente anche gli elementi naturali, piante
e animali, dovevano subire una selezione adatta ad esprimere
simbolicamente i privilegi del potere, attraverso la
rarità o addirittura l’unicità,
oltre che per mezzo di divieti che riservavano solo
all’imperatore determinate cose.
Vale la pena
considerare i giardini cinesi in tre categorie parallele
per comprenderne meglio gli sviluppi: parco
imperiale, giardino privato, parco scenografico naturale.
PARCO
IMPERIALE
Il parco
imperiale ha origini antichissime e già
il primo imperatore, Shih Huang-ti (dinastia
Qin, 221 a.C.-206 a.C.), fece costruire il primo
giardino di cui si hanno notizie storiche certe: un
parco noto come Shang Lin Yuan, nel cui ambito era il
palazzo imperiale.
Con gli Han
(206 a.C.-220 d.C., una dinastia considerata fondativa
della cultura cinese tradizionale) la realizzazione
di parchi ebbe grande sviluppo.
La presenza dell’acqua era fondamentale fin dall’inizio,
quando di trattava di supportare delle semplici riserve
di caccia (ovviamente scelte anche in relazione alla
loro ricchezza d’acqua), ma col tempo doveva accentuare
sempre più il suo ruolo estetico e simbolico.
E’ così che almeno dall’epoca Han
diventò indispensabile la presenza di più
o meno vasti specchi d’acqua nei pressi delle
residenze imperiali. Anzi, talvolta venivano appositamente
costruiti dei laghi artificiali, resi paesaggisticamente
più articolati per mezzo di isole dotate di ponti
e padiglioni.
La residenza imperiale Jian Zhang, dell’imperatore
Wu, era situata presso un grande lago nel quale erano
presenti tre isole (chiamate con gli stessi nomi delle
tre mitiche isole degli Immortali: Fang Zhang, Peng
Lai e Ying Zhou), che poi avrebbero costituito un modello
da imitare per molti secoli a venire.
Con la caduta
degli Han per la Cina iniziò un lungo periodo
turbolento che si protrasse sostanzialmente fino al
VI secolo d.C, interrotto da alcune brevi fasi dinastiche.
Durante questo tempo di lotte per il potere si verificò
l’allontanamento dai ruoli politici attivi di
un gran numero di amministratori, che ritiratisi a vita
privata, ne approfittarono per curare i propri interessi
letterari ed artistici. A loro si deve lo sviluppo della
cultura paesaggistica che molto influenzò
tutta la successiva storia del giardino.
(1)
Raggiunta una certa stabilità politica, durante
la dinastia
Sui (581-618) fu realizzato un vasto parco imperiale,
il cosiddetto Giardino Occidentale, che racchiudeva
un intero lago nel quale erano le consuete tre isole
degli Immortali, e costellato di edifici, tutti raggiungibili
in barca attraverso canali o per mezzo di innumerevoli
ponti.
In seguito,
con l’avvento delle grandi dinastie Tang
(618-907) e Song
(960-1279) l’impero cinese toccò l’apice
del suo splendore. Letteratura e pittura trovarono i
loro più celebrati maestri e le opere più
sublimi, che puntualmente si riflettevano nella realizzazione
di raffinati giardini, sia imperiali che privati.
Durante la dinastia
Tang fu realizzato il parco imperiale afferente
al Palazzo della Magnifica Lucentezza (Hua Qing), ambientato
in un magnifico contesto naturale celebre per la presenza
di sorgenti termali, la cui bellezza fu cantata dai
poeti dell’epoca.
Il periodo
di magnificenza che caratterizzò i Tang continuò
anche durante la successiva dinastia
Song, quando si toccarono alcuni vertici assoluti
di raffinatezza, soprattutto per quello che riguarda
le arti figurative. Ma fu anche un periodo di dorata
decadenza che indebolì il Paese e lo lasciò
in preda alle invasioni barbariche, soprattutto a quella
dei Mongoli.
Aspetta ai Song
la passione per le rocce naturali dalle forme stravaganti,
che venivano prelevate e posizionate in luoghi privilegiati
dei loro giardini. L’imperatore Hui Zong (Song
Settentrionali) addirittura trascurava gli affari
di stato, completamente assorbito dalla realizzazione
del suo parco (Lago dello Splendore Dorato), entro il
quale fece costruire una vera e propria montagna dominata
dal Picco della Longevità (Gen Yue), alto ben
150 metri. Nell’insieme il parco ricostruiva un
vastissimo ambiente naturale, ricco di valli, laghi,
torrenti e punteggiato da padiglioni adatti a coglierne
i diversi paesaggi.
Dopo l’occupazione mongola della Cina settentrionale
i Song sopravvissero per qualche tempo nel sud (Song
Meridionali), portando la loro capitale ad Hangzhou.
Ancora oggi la città è caratterizzata
dal quello splendido cuore liquido che è il Lago
Occidentale, contornato da una cintura verde e cosparso
di isole, in parte collegate da una lunghissima passeggiata
che percorre tutto il lago attraverso una successione
di ponti e strette isole.
Dopo la fase
di dominazione mongola (Yuan,
1279-1368), le successive dinastie Ming
(1368-1644) e Qing
(1644-1911), non fecero che riprodurre e codificare
le esperienze dei secoli in cui la Cina visse il suo
apogeo. Ci fu peraltro una notevole produzione di giardini,
spesso molto belli. Se non si ebbero significative “regressioni
manieriste” ma anzi, in taluni casi, un progressivo
perfezionamento, ciò è in gran parte dovuto
alla costante sensibilità culturale imposta dal
sistema degli esami.
In epoca
Ming
non ci furono importanti realizzazioni di parchi imperiali,
almeno se si esclude il Giardino Occidentale di Pechino
(Bei Hai), che è costituito in realtà
da una serie di tre parchi, ciascuno caratterizzato
dalla presenza di un lago.
L’interesse per i parchi imperiali rifiorì
soprattutto durante l’ultima dinastia (Qing),
quando quest’arte visse una sorta di epoca “barocca”.
Pechino fu letteralmente riempita di giardini imperiali
e vari di quelli già esistenti vennero ampliati,
secondo un programma che non trascurava alcuna variazione
possibile. Ma forse la più importante di tante
realizzazioni fu quella ad opera dell’imperatore
Kang Xi, il cosiddetto Giardino dei Giardini, noto anche
come Riflesso della Perfezione (Yuan Ming Yuan), composto
da una moltitudine di paesaggi diversi e da un’altrettanto
grande quantità di edifici, tra cui vari templi,
ambientati negli stessi paesaggi con effetti di altissima
suggestione. (2)
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